Dal 2026 il volontariato in Italia non sarà più soltanto un gesto di solidarietà, ma verrà riconosciuto anche come valore formativo e professionale. Una riforma attesa che introduce novità significative per studenti, lavoratori e candidati ai concorsi pubblici.
📌 I punti principali
- Certificazione delle competenze Gli enti del Terzo Settore potranno rilasciare attestati ufficiali che certificano le competenze acquisite durante le attività di volontariato (organizzazione, gestione emergenze, lavoro di squadra).
- Crediti formativi per scuola e università Le ore di volontariato svolte (almeno 60 ore in 12 mesi) potranno essere riconosciute come crediti formativi, validi per il percorso scolastico e universitario.
- Punteggi aggiuntivi nei concorsi pubblici Chi presenterà la certificazione delle ore di volontariato avrà un vantaggio concreto: punteggi extra nelle graduatorie dei concorsi, aumentando le possibilità di superare le selezioni.
- Valore nel mondo del lavoro Le competenze maturate saranno spendibili anche nel curriculum vitae e potranno essere considerate dalle aziende come esperienza qualificante.
- Requisiti minimi Per ottenere il riconoscimento occorre svolgere almeno 60 ore di volontariato certificate in un anno, presso associazioni o enti accreditati.
Questa riforma segna un passo avanti nel riconoscimento del ruolo sociale del volontariato: non solo un impegno gratuito e solidale, ma anche un investimento per il futuro personale e professionale di chi lo pratica.
